Mare fuori e dentro cosa?
Tutti commossi per Mare fuori dal divano: le rate della com-passione si pagano comodamente davanti alla televisione. Peccato che, poi, l’orrore fintamente improvviso del reale imponga veloci ricettacoli per l’angoscia e inasprire le pene per i minori sembrerebbe un sollievo: un’altra fila di mattoni su quel muro che divide e dissocia illusoriamente buoni e cattivi, sani e folli, italiani e stranieri (poveri): i “noi” e i “loro” del momento, insomma.
Figli della stessa società che li vomita, che ha un bisogno disperato di “cattivi” su cui appuntare la propria impotenza nel fare il bene, nel prendersi cura, nel creare le condizioni socio-economiche per cui la passione per la vita (propria e altrui) sia più forte della seduzione distruttiva (e auto-distruttiva) della violenza e della morte.
Forse, vivere la responsabilità adulta di pensare e fare politica, significherebbe anche allenarsi a vedere, dietro la deflagrazione dell’orrore, le vicissitudini del bene inerme, della carità opaca e del desiderio di futuro strozzato. Forse, gli adulti sarebbero quelli che pensano in grande la giustizia, come a un campo da tenere fertile e pulito, sarebbero quelli che abbracciano i problemi ampliando il respiro delle questioni e non i dispensatori di “soluzioni” che non impongono nessuno scarto di pensiero e progetto all’istinto.
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3 settimane fa